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Poezii Românesti - Romanian Poetry

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A Roma l\'inquieto Degas tra classico e moderno
articolo [ Cultura ]
http://redazione.romaone.it

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di [NMP ]

2004-10-04  |     | 



Al museo del Vittoriano 170 opere del maestro francese raccontano la sua costante tensione per la sperimentazione di nuovi linguaggi artistici. Capolavori tra pittura, incisione, scultura e fotografia


'Degas ci ha atterrito per la sua grandezza': così la curatrice Maria Teresa Benedetti introduce la mostra dedicata a Edgar Degas (1834-1917), ospitata nel Complesso del Vittoriano dal 1 ottobre 2004 al 1 febbraio 2005: una rassegna che si presenta come la più completa mai dedicata in Italia all'artista. Una precedente esposizione, che analizzava il particolare rapporto di Degas con il nostro Paese, era stata allestita a Villa Medici alla metà degli anni '80: il luogo non poteva essere più adatto, dal momento che la residenza rinascimentale, sede dell'Accademia di Francia a Roma, era stato il punto di riferimento per i soggiorni dell'artista nella città eterna. Degas aveva anche dei parenti italiani che vivevano tra Napoli e Firenze: al tempo della Rivoluzione francese il nonno paterno, Hilaire De Gas, si era rifugiato a Napoli, dove aveva sposato la figlia di un importante uomo d'affari della città. Una 'familiarità' con l'Italia, dunque, senz'altro utile al giovane artista, che si era formato studiando i maestri antichi nelle collezioni del Louvre. Questa impostazione, insieme alla lezione di Ingres (uno dei due numi tutelari di Degas insieme a Delacroix, come ricorda la Benedetti), spinse infatti l'artista a compiere il viaggio in Italia, per studiare le vestigia dell'antichità e i capolavori del Rinascimento. Ma quell'assiduo studio avrebbe portato ben presto a un altro risultato: calare l'eredità classica nella modernità. Il dramma di Degas, spiega J. Leymarie, è armonizzare 'le esigenze di perfezione classica e la visione acuta della realtà moderna'.
E' questo il filo rosso dell'esposizione al Vittoriano, promossa dal Comune di Roma e dalla Presidenza della Provincia di Roma. Viene esaminata l'intera produzione di Degas, che fu pittore, scultore, disegnatore, fotografo, incisore. In mostra più di centosettanta opere provenienti dai più importanti musei pubblici di Francia, Olanda, Norvegia, Serbia, Germania, America, Brasile, Australia: tra queste una trentina di oli, venti pastelli, una quarantina di disegni, la collezione completa di sculture (in tutto settantatre) provenienti dal Museu de Arte di San Paolo del Brasile, insieme alle fotografie realizzate da Degas stesso e provenienti dal Musée d'Orsay di Parigi.
Ciò che emerge è una continua tensione verso la sperimentazione, alla ricerca di nuovi linguaggi artistici: gli stessi soggetti, come la donna nuda di spalle colta nell'intimità della sua camera, vengono studiati incessantemente e riproposti nel disegno, nell'incisione, nella pittura, nella scultura, nella fotografia. Una capacità di resta del corpo umano e dei suoi movimenti che Degas deve al suo esercizio sui maestri del passato, divenuti strumento per rappresentare la modernità: dai primi ritratti ispirati ai pittori del Rinascimento alle stiratrici, dai giovanili nudi accademici alle donne alla toeletta, dagli studi da Leonardo e Mantegna ai fantini e alle celebri ballerine. Queste ultime sembrano, insieme ai nudi femminili, l'ossessione di Degas; in realtà, questi soggetti offrono all'artista il destro per realizzare ciò a cui aspira: la sintesi di moto e spazio. In entrambi i casi si tratta di corpi in movimento nello spazio secondo un moto ritmico (le ballerine) o abituale (i gesti quotidiani del lavarsi e pettinarsi). Come gli Impressioni, insieme ai quali espone a partire dal 1874, anche Degas aspira cogliere l'attimo, a fissare un'istantanea in cui occhio e mente non hanno ancora potuto separare la figura che si muove dallo spazio in cui si muove.
La sua non è una pittura en plein air, Degas lavora al chiuso: o nel suo studio, con modelle riprese con tagli nuovi, inquadrature 'fotografiche', o all'interno delle scuole di danza; in ogni caso, sembra osservare le sue giovani donne 'dal buco della serratura', cogliendo la stanchezza di una ballerina o il gesto spontaneo di una donna che si asciuga. Un altro impressionista aveva, come lui, un forte interesse per la figura umana: Renoir, ma i suoi nudi, spiega la Benedetti, hanno una sensualità che manca all'austero Degas che, secondo Manet, era 'incapace di amare una donna, e persino di dirglielo'. E come Renoir, Degas si dedica alla scultura, rimasta però un'esperienza privata e sperimentale: rifiutò infatti di fondere le sue sculture, perché 'è responsabilità troppo grande quella di lasciare dietro di sé qualcosa in bronzo. Le mie sculture non daranno mai l'impressione di essere finite'. Sono stati i suoi eredi a fondere settantatre bronzi, scelti tra i circa centocinquanta esemplari rimasti nel suo studio alla sua morte.
Bronzetti che, come i pastelli, gli oli, le incisioni, fino alle fotografie, riescono con pochi tratti a rappresentare la sintesi del moto, fondendo il movimento dei corpi con quello dello spazio. Era questa, per sua stessa confessione, la grande passione di Degas: 'L'arte è il vizio. Non la si sposa legittimamente, la si violenta'.
Catalogo Skira

Complesso del Vittoriano
Via di San Pietro in Carcere
Tel. 06.6780664
Orario: dal lunedì al giovedì 9.30 -19.30; venerdì e sabato 9.30 - 23.30; domenica 9.30 - 20.30
Biglietto d'ingresso: euro 9,00 intero; euro 6.50 ridotto
Dal 1 ottobre 2004 al 1 febbraio 2005


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